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DICONO DELLA 500 KM
Nostalgia della 500 km - Gianni Bertoli - 31-05-06
Ho visto con piacere tutti i particolari della 500 km. Che nostalgia! Mi sono tornate in mente le serate passate a discutere con Mario Carini nell'inverno 1975 su come fare questa prima 500 km, che l'indimenticabile Mario avrebbe voluto 1000 km. Noto con piacevole commozione che il percorso è ancora più o meno quello che avevo studiato per le prime edizioni e non posso fare a meno di ricordare gli amici di allora: oltre Carini, Benussi, Bertolini, Luppi, Marziotti, Ratti, Ottonello, Falappi, Sannazzaro, Bozzetti, Donatella Fanti, con il rischio di dimenticarne troppi. In bocca al lupo! Conto di farmi vedere.
XIII 500 km - Zampolli Pensiero
Da più di settant'anni sulla breccia della regolarità sportiva motociclistica, disse una volta il noto campione Ermanno Zampolli: “E' la più bella gara che abbia disputato”, e a chi gli riferiva le lamentele dei ritardatari sentenziava: “In minga bun d'andà!!” (letteralmente: “non sono buoni (capaci) di andare”).
XI 500 Km del 04-06-1989 - PREMESSA - Mario Carini
Ideatore della manifestazione fu il dinamico allora presidente Pietro Ferrazzi ininterrottamente nostro Socio sin dalla fondazione del nostro Club e prematuramente scomparso pochi anni addietro. Anche quando cedette l'incarico al Conte Giovanni Caproni di Taliedo non mancò mai di dare sempre il suo fattivo contributo, quale medico di gara. La Primavera Vespistica Lombarda - questa la denominazione delle prime edizioni - si disputò la prima volta all'indomani della Pasqua 1956 cioè il 2 Aprile, con caratteristica, particolare. Riservata ovviamente ai soli vespisti - com' era consuetudine a quel tempo - si prefiggeva lo scopo di un incontro turistico/culturale fra i soci dei principali centri della Lombardia più attivamente vespisti con scambio di doni e di vessilli sociali. Ventiquattro staffette composte ciascuna da tre componenti, sotto una constante pioggia, recarono il saluto di Milano ad altrettante città; uguale numero di terne vespistiche convennero dai centri vicini nella capitale lombarda per scambiare le loro insegne con i radunisti milanesi. La Direzione del Vespa Club Milano prediligeva preminentemente l'attività turistica seguendo gli orientamenti del Vespa Club d'Italia, ma un folto e forte gruppo di Soci premeva perché si facesse attività sportiva non solo in ambito vespistico ma altresì, ad impari condizioni, nella regolarità motociclistica. Principalmente Francesco Randi, Ugo Bertoli, Pierino Opessi, Mario Vola - purtroppo già da tempo scomparsi - nonché Otello Spadoni, Mario Carini, Sante Ciceri ed altri premettero per l'indirizzo agonistico tanto da far mutare rotta già dall'anno successivo e sino ad oggi, salvo gli anni 1962, 1963, 1964 destinati ai raduni, l'intervallo degli anni 1966/68 e la sosta 1988. A nostro avviso una Organizzazione cosciente e responsabile di una qualsiasi manifestazione sportiva da disputarsi su strade aperte al normale traffico veicolare deve avere quale scopo primario la massima cura di fare correre il minor rischio possibile di incidenti ai Partecipanti preferendo un percorso a ciò idoneo. Per molti anni nostre ed altre gare similari si snodarono sulle strade del nord di Milano attratti da percorsi anche panoramici ma soprattutto dotate di ogni tipo di asperità e difficoltà; purtuttavia l'incremento continuo del pericoloso traffico automobilistico festivo non mancò di provocare danni a cose e persone; per conseguenza si é da qualche anno optato per il sud di Milano scegliendo zone di relativo traffico domenicale per strade duplicate e di traffico locale ma sempre suggestive e agonisticamente interessanti. Altra tradizione della nostra Associazione é quella di organizzare manifestazioni a carattere sportivo che sono accessibili a Conduttori capaci e prudenti in sella ad un motomezzo affidabile e compatibile per una gara che sia seria e severa per il pilota e il suo veicolo. Allorché in un ormai lontano 1953 Renzo Castagneto, l'ideatore della favolosa gara automobilistica Mille Miglia di velocità su strada, propose analoga gara di regolarità al Direttivo del Vespa Club d'Italia fu subito un successo; riservata alle sole “Vespa”, la Mille Chilometri ebbe più di cinquecento partecipanti e non poteva essere diversamente: perfetta organizzazione e premi cospicui. Quando poi nel 1975, scomparso ormai da anni il suo ideatore, il Vespa-Gilera Club Milano volle riprendere la tradizione, tenuto conto dei tempi e dei mezzi finanziari mutati, venne optato per la realizzazione della 500 km. Per conduttori e spettatori risulterà emozionante e suggestiva la partenza notturna; é una caratteristica non riscontrabile oggi in nessuna altra analoga gara motociclistica; bisogna riandare con la memoria alla leggendaria Milano-Taranto di tanti anni fa - 1.300 km. di velocità, non regolarità - per trovare il caso identico. Cinquecento chilometri di marcia a tempo prefissato non rappresentano oggi un grosso problema per le affidabili macchine moderne magari di 1.200 centimetri cubici, ma diciassette continue ore di gara anche per i cinquantini / codice che non sviluppano più dei noti quaranta chilometri orari di velocità rappresentano un valido test per il motomezzo ed il suo Conduttore. La posizione facile e non impegnativa del grosso motociclo si inverte a favore del piccolo motore quando si devono affrontare sterrati, salite e discese con curve a gomito stretto come dopo il Passo del Lagastrello sino al vicino Monte Navert ed oltre: é dunque una prova probante per tutti. "Dal vecchio Piemonte per l'ampia via Emilia, al forte Veneto per Mantova e Guastalla: dalla vicina Lombardia alla Romagna per Faenza, Rimini, Forlì, possono comodamente accedere a Parma i motociclisti desiderosi di compiere una splendida escursione attraverso il pittoresco Appennino e di giungere ad una meta incantevole: Spezia, una delle perle rivierasche del magico ligure" così scriveva Gino Magnani direttore e fondatore della rivista Motociclismo sul fascicolo n. 2 del mese di giugno dell'anno 1914 nell' invitare e descrivere il viaggio in moto da Parma a Spezia per il passo della Cisa. Sebbene ovviamente molto nel frattempo é mutato, nella lettura dell'interessante articolo si percepisce ancora - lo si può constatare nel viaggio - che a distanza di oltre settant'anni molte cose sono rimaste uguali lungo la strada che in gran parte verrà oggi percorsa dai nostri Centauri. "Siamo giunti così al punto più aspro e selvaggio del nostro cammino. E' il Passo della Cisa, uno dei valichi più famosi delliAppennino settentrionale; é la facile porta di comunicazione fra Emilia, Liguria e Toscana, la quale però benché non offra eccessive difficoltà, benché presenti dal lato estetico non comuni attraenze, non é oggi di molto frequentato, cosa questa del resto che torna a totale beneficio del turista il quale può sempre trovare una strada splendida, ben tenuta, non molto carreggiata e quel che é meglio, specie in questa stagione, assai poco polverosa… …Da Pontremoli la strada segue il corso del fiume Magra per proseguire poi, passando in vicinanza di Villafranca di Lunigiana, per Sarzana... ...Degno di nota a Sarzana e d'importanza grandissima é lo storico Castello che s'erge maestoso sopra una vicina altura, dominando tutta la sottostante e spaziosa vallata della Magra". Dopo Sarzana varcato il fiume sul moderno ponte sottostante quello dell'autostrada si svolterà a mancina per la strada che dal successivo bivio Pisa/Lerici conduce ad Ameglia sino al controllo di Monte Marcello ultima terra ligure al confine con la toscana. Qui come a bordo di moderno yelivolo, con un sol colpo d'occhio si spazierà per l'intera Lunigiana, la Garfagnana, le Alpi Apuane con le macchie bianche delle cave di marmo di Carrara e la Versilia e, se la giornata é limpida si staglierà in mezzo al mare a ottanta chilometri di distanza la severa mole dell'isola della Gorgona; poi scendendo al piano per l'altro versante, per la stessa strada cavalcata dal Petrarca e dal fuggiasco Dante verso Parigi oltre settecento anni or sono, apparirà l'incomparabile golfo di la Spezia: da Punta Corvo a Portovenere; e a Bellavista di Lerici nel momento in cui si abbandonerà il mare volgete un istante lo sguardo alla lapide che ricorda il triste andare del Poeta che ne immortala il ricordo in un canto del Purgatorio. E qui si può concludere con l'esclamazione un po' aulica del Magnani: “0 lembo di terra sublime! O Italia che quivi ritrovi tè stessa! Se col progresso dei secoli fosse dato a tutti i tuoi figli di potervi interamente conoscere, quale Patria potrebbe più di te offrir se stessa all'amore?" Non sono passati secoli ma solo poco più di settant'anni; anche per merito delle “Vespa” é dato a tutti ”i figli” di ammirare questo lembo del Paese e oltre.
XIII 500 Km 08-09-1991 - Donatella Fanti
Potrebbe sembrare al primo momento una data forse un po' impegnativa, ma non per quello che potete pensare Voi che mi leggete. E' certo, e ve lo assicuro personalmente, una giornata da non prendere sottogamba, in quanto anche quest' anno prende il via l'ormai "STORICA" 500 Km. organizzata dal nostro Vespa Club. Tutti gli affezionati di questa gara conoscono pregi e difetti (... se ce ne sono) della tremenda, e quindi vorrei rivolgermi questa volta a coloro che non hanno mai partecipato a nessuna delle precedenti edizioni. E' una gara che un tempo fu definita da veri uomini, e che chi vi scrive ha affermato che può essere anche una gara da vere... donne; é certamente impegnativa, in quanto il fatto stesso di partire allo scoccare della mezzanotte, impegna fisico e mente; devi rispettare dei tempi prestabiliti, effettuare controlli timbrando la tabella di marcia, con la particolarità di un percorso che partendo dalla nostra affollata e calda Milano, ti porta attraverso pianure, collinette, valli, montagne e passi, ad immergerti in un ambiente ed in una natura che parecchi di noi o non ricordano o hanno conosciuto poco, al fresco e perché no, alcune volte anche al bagnato, ma solo con il tuo mezzo, nuovo o "antico" che sia, potente o tranquillo, ma, ribadisco, TU che misuri la tua voglia di fare contro principalmente le TUE forze e la TUA abilità. Questa non é una manifestazione per SMANETTONI domenicali d'autostrada, ma é come dice il nostro Presidente Carini, una amabile passeggiata motociclistica con l'aggiunta del "peperoncino" (che potrebbe essere anche una vittoria). Nessuno di noi Vi prometterà premi da favola o altre leccornie, ma chiunque Vi consiglierà, almeno una volta nella vita, di provare anche a Voi stessi, che cosa vuole dire partecipare ad una manifestazione come la 500 Km. Perciò Vi aspettiamo, con grinta e voglia di fare bene, numerosissimi al via che come consuetudine avverrà alle ore 00'00" di Domenica 8 Settembre 1991. Un ciao a tutti e un'ultima raccomandazione: -LUCI ACCESE E CASCO IN TESTA BEN ALLACCIATO (dal Vangelo secondo Nico Cereghini)
XIII 500 Km 08-09-1991 - Mario De Ruvo
Quando mi hanno proposto, dopo cinque anni di assenza, di partecipare nuovamente alla 500 km., mi sono detto: "lascia perdere !! Hai oramai 37 anni e queste faticacce non sono più per te accontentati dei tuoi giretti domenicali ". Ma lo "spirto guerrier ch'entro mi rugge" ha subito messo a tacere quella parte di me che tende ad adagiarsi ed a poltrire nella pinguedine e nell'ozio tipici di una vita oramai senza più bruschi sussulti. Mi sono iscritto. I giorni precedenti alla partenza sono stati pervasi da un misto di eccitazione e frenesia. Dopo cinque anni provavo ancora quella sottile eccitazione che avevo vissuto tutte le volte che mi ero apprestato a questa competizione: preparare la moto, imparare a memoria il road book, fare mille calcoli sugli orari e le tabelle di marcia; come vestirmi per il freddo sul Passo della Cisa, come spogliarmi per il tratto canicolare da Piacenza a Milano. Mi rendevo conto che erano pensieri superflui tanta era oramai l'esperienza accumulata in molte partecipazioni, ma in quel momento per me era come la prima volta. E finalmente arriva la sera della partenza. E' stato come tornare a scuola dopo le vacanze estive: che voglia di rivedere i vecchi amici!! Che piacere nel ritrovare quello spirito di gruppo che nonostante gli anni passino sembra destinato a non morire mai! Più volte mi sono trovato a ripetere la frase “... ma ti rendi conto che sono quasi quindici anni che ci conosciamo ?”. Ed ogni volta mi sono reso conto che era questo il piacere di essere entrato a far parte del nostro Moto Club tanti anni fa. Forse noi motociclisti, noi VERI motociclisti (permettetemelo !!) che non amiamo le sgasate, che gioiamo nel ritrovare anche dopo tanti anni questa amicizia che ci lega, riusciamo ogni volta a provare lo stesso identico piacere nel vivere questa esperienza tutti insieme – “mi presti la chiave dell'8?” – “guarda che hai i fari troppo bassi”' – “ti aspetto che la facciamo insieme”'. Rivedere il Sig. Mario, Roberto, Aldo, Boz, Johnny e tutti gli altri mi ha fatto rendere conto che quando ci ritroveremo tra vent'anni a partecipare alla 32a 500 Km. ci sentiremo sempre dei ragazzini pronti a giocare, a ridere, a farci cherzi da caserma perché abbiamo capito quale é il vero spirito di queste manifestazioni: stare insieme !! Non importano le classifiche, i ritardi, i punti di penalizzazione: l'importante é ritrovarsi anno dopo anno, più maturi, con esperienze sempre maggiori, ma sempre con lo stesso entusiasmo, con la voglia di tirare quel filo che ci lega tutti e che difficilmente potrà spezzarsi. La gara: Stesso entusiasmo per un controllo centrato, stessa fatica per dodici ore in sella, stessa rivalità nel confrontare le tabelle, stessa frenesia nel sincronizzare i cronometri ed anche stessa gioia nel rivedere quegli stessi incantevoli paesaggi della nostra bella penisola sapendo, ancora una volta, che non sei solo, ma che a pochi minuti di distanza hai tanti "veri" amici sui quali potrai sempre contare. Grazie Vespa Gilera Club per queste emozioni che riesci ancora a farmi provare !!
XIII 500 Km 08-09-1991 - NOSTALGIA - Donatella Fanti
Ecco, è quasi ora, dunque vediamo se ho tutto: il casco é qui pronto, la fascia elastica, i guanti, il cronometro e i guanti,… urca, la tabella di marcia dov'é finita, ah! eccola, perfetto, e adesso ripassiamo con un'ultima occhiata il CORREDO PERFETTO QUASI MOTOCICLISTA: - 3 candele di scorta (alla Marziotti): OK - chiavi varie (non si sa mai): OK - guanti e tuta antipioggia: OK - pieno di benzina: OK - tutto???? BHO?!?!? Speriamoooo Mancano solo un paio di minuti alla partenza, ed ecco che ti prende quella che io chiamo da sempre strizza , perché...ma non si sa mai cosa puoi trovare per la strada, viaggi di notte, da solo e ti vengono in mente le mille raccomandazioni che mamme, papa, mogli o mariti fanno sempre prima che tu possa affrontare con la dovuta calma una partenza; ma ecco finalmente tocca me! adesso si parte. E così ti trovi da solo, se ti va bene a mezzanotte, per le vie della buia Milano, fino ad imboccare l'Emilia, e via via lungo il percorso della bella 500 Km. …Qui abbandono il racconto, perché è sopraggiunta, puntuale come tutti gli anni da quando non partecipo più alla gara, la Nostalgia. Anzi forse le Nostalgie. Si perchè sinceramente mi mancano le lotte tra amici, la caciara che si fa appena si allenta la morsa dello stress da partenza, le rincorse, il gusto di far vedere che anche TU riesci ad arrivare fino in fondo, che tieni duro e non ti arrendi al primo problema, tipo quello di non capire più dove cavolo sei finito, perché invece di seguire la strada indicata, magari perché ti sei distratto un istante, finisci fuori ”rotta” ed allora forza, girare la moto e ritornare al bivio, dove probabilmente ti sei un po' incasinato, e poi dopo un po' ecco la in fondo vedi il fondoschiena degli altri, evviva adesso sono sulla strada giusta e arriverò fino in fondo; e poi il gusto di veder ai controlli quanti amici troverai, quanti punti di penalità loro sono riusciti a prendere è quanti TU non devi prenderne. Hei! guarda, ho fatto ZERO bello come il sole , porca vacca, io invece ho messo giù un piede, e, così via, per tutti i controlli fino a quando non arrivi, stremato finalmente infondo alla gara, e intravedi l'ARRIVO. E allora.., poi, tutti li stravaccati sul prato, in attesa delle tanto sospirate CLASSIFICHE, per vedere chi é riuscito a vincere, e magari scoprire il tuo nome tra i primi… bellissima sensazione… la vittoria!! He, quanta nostalgia!!!! Chi mi legge, potrà anche dire, giustamente, e allora perché non torni a correre? Perché adesso, e ormai con moltissime soddisfazioni faccio la MAMMA, e non vedo l'ora di poter accompagnare mio figlio ad una gara in moto, magari la 25a 500km. e non consigliarlo e raccomandargli attento qui, occhio là, ma sedere su una moto e partire con lui per questa splendida avventura che è la 500KM. CIAO RAGAZZI!! BUONA GARA!
Ricordo della prima partecipazione - PierPaolo Corsi
Al ritrovo per la partenza di mezzanotte eravamo in 84, e tra me e me ho pensato: “ce ne sono di matti in giro”. Molti corrono per vincere, pochi per partecipare. lo, giovane di cervello di 45 anni, ricevo la partenza alle 0,04 e per non perdere la strada né la tramontana, mi sono incollato ai numeri 101-102-103 e così ingarellato in pattuglia, ci avviamo nella notte per la strada statale Emilia a bordo delle nostre eterne grandi macchine a piccole ruote verso il primo controllo orario di Fornovo di Taro. Sono le 3 di notte. Un bicchiere di bevanda calda e poi via verso il Passo della Cisa. Tra nebbia e brina mattutina ed il godurioso rincorrersi nelle curve montane, quel volpone di Marziotti aveva un bel da fare nel girarsi all'indietro, sperando di vedermi distaccato dal suo gruppetto di testa. All'alba delle 5,30, stiamo arrivando al secondo controllo orario di Monte Marcello, giungendo su quel colle confortati dal sorgere del sole nascente su quel magnifico mare di Lerici e La Spezia. Emozione e gioia mi hanno rapito, non sapendo cosa mi aspettasse nella seconda metà della gara. Nel percorso in salita di 7 km. su strada sterrata per raggiungere il Monte Navert a quota 1654 s.l.m., dopo un breve tratto nel quale sono rimasto in contatto col gruppetto di testa, vedevo allontanarsi sempre più le 3 Vespe 90 SS, che agili e veloci come scoiattoli, inghiottivano le aspre sinuosità del monte, cosicché quel volpone di prima raggiunse massima soddisfazione nel non più vedermi. Io, solo, tra quei ripidi e sassosi tornanti, con la sola compagnia di qualche vagante vacca, sono stato preso dallo sconforto, e pensando a chi me l'avesse fatto fare, mi sono fermato. Il sollievo di quei momenti é stato il calore di un pallido sole, la magnifica veduta della valle, il bere un succo di frutta ed una sigaretta. Poi l'orgoglio e la volontà di poter terminare la gara hanno vinto, e dopo la nuova partenza in diagonale sullo sterrato, sono riuscito a guadagnare la vetta. Se la salita era stata impegnativa, non da meno la discesa verso il piano, per la paura di poter scivolare su un manto di foglie bagnate dall'umidità notturna. Ora la stanchezza si faceva sentire e ricordo con molto piacere che “l'angelo” Carini mi stava aspettando con ansia al terzo controllo orario, dove arrivavo al limite del tempo massimo: sono le ore 8,45. Il riposo goduto e la bella giornata di sole di quel 7 Giugno, mi hanno nuovamente ricaricato, cosicché, essendo riagganciato al gruppetto di testa, potevo divertirmi a sorpassare in velocità le tre 90 SS, con le quali sono stato in contatto con la mia Vespa T5 fino all'arrivo di mezzogiorno in quel di Novegro. L'emozione che mi ha dato questa mia prima gara, la ricordo ancora con libidine, e sono stato contento di essere arrivato 16°. Un sincero grazie al Ragionier Carini e all'organizzazione.
500 chilometri nella notte - Gigi Dallorto
Il 29 giugno si è svolta la nona edizione della classica 500 chilometri del Vespa Gilera Club. Il campione italiano di motoraid in carica Marco Meraldi l'ha fatta da padrone. Una calda notte estiva ha accolto quarantatre temerari giunti a Novegro per prendere parte alla ormai classica «500 chilometri" del Vespa Gilera Club Milano, manifestazione ormai giunta alla sua nona edizione come motoraid, ma che trae le sue origini da una mille chilometri del 1953, riservata alle sole Vespa, che re- gistrò più di cinquecento partecipanti. Neppure il dieci per cento dei partecipanti della pionieristica edizione si è però presentato alla gara che comunque ha evidenziato tutte le premesse necessarie per ottenere ben altro successo. E' sufficiente pensare al fascino della partenza notturna, attraversare la metropoli lombarda in pieno fermento, ridiscendere la silenziosissima Pianura Padana nel freddo della notte per poi, in Emilia, imboccare l'arcinota arteria autocamionabile della Cisa, in passato grande via di comunicazione fra Liguria, Toscana ed Emilia, ora poco utilizzata dopo la costruzione dell'omonima autostrada. Il tutto ha lasciato comunque un segno indelebile nel conduttore che, ad esempio nel percorrere le innumerevoli curve che portano al passo e che poi ridiscendono verso il mare, illuminando la strada solamente con l'ausilio del proprio faro, è vissuto nell'incubo costante di bruciare la lampadina. Senza dubbio appagante è risultato anche l'arrivo a Lerici, sul mare, alle prime luci dell'alba, dove proseguendo sempre sul mare, è stato raggiunto il CO di Monte Marcello e nell'attesa la focaccia ligure è stata l'ideale per una ottima e sostanziosa colazione. A questo punto, dopo aver percorso 240 chilometri, i partecipanti hanno ripreso la strada del ritorno procedendo verso il CO di Monte Navert che è risultato probabilmente il più tirato dato che ha concesso solamente qualche minuto di anticipo invece che qualche decina come normalmente accade; nel tratto culminante del passaggio infatti il percorso è diventato sterrato. Si è proseguito poi in direzione di Fornovo e attraversando Varano de' Melegari, luogo noto ai velocisti per il locale circuito, è stata imboccata la via Emilia a Fidenza, per poi deviare a Roveleto verso la strada che costeggia il canale La Mussa fino a Lodi e raggiungere infine l'arrivo di Novegro dopo aver percorso esattamente 537 chilometri. Una bella faticaccia, una notte insonne, ma all'arrivo gli sforzi profusi sono stati ripagati dalla soddisfazione, soprattutto per chi, come il giovane Dionigi, ha partecipato in sella ad un ciclomotore o, meglio ancora, in barba alle nuove tecnologie, usando una moto d'epoca, dove la sola tonalità dello scarico ha riempito d'orgoglio Orlandini, Busto e Meraldi che si sono cimentati nella prova. Per gli organizzatori, stanchi, soddisfatti che tutto sia stato portato a termine nel migliore dei modi, è rimasto solo il rammarico della non alta partecipazione di conduttori. Comunque non importa dato che anche quest'anno i partecipanti risono dichiarati soddisfatissimi e per la prossima edizione, forse con qualche buona nuova, si spera di raggiungere la cifra record di partecipanti del lontano '53. Per quanto riguarda le classifiche, la vittoria assoluta è arrisa al Campione Italiano di Motoraid in carica, Marco Meraldi del MC Corvetto; alle sue spalle si è classificato Enrico Partenzi, del Ticinese, seguito da Aldo Benardelli del Vespa Club Milano, naturalmente in sella ad una realizzazione della Piaggio, vincitore anche della classe “B” (fino a 250 centimetri cubici). Camisasca e Gatti sono seguiti a pari merito. Meraldi Carlo si è aggiudicato la Coppa per la classe “D”, moto d'poca, mentre Stefano Dionigi nella della classe "A", ciclomotori. Brillante il risultato conseguito tra gli scooteristi da Silvia Marziotti che ha colto la terza posizionr. La classifica a squadre ha incoronato il MC Corvetto ed il Vespa Gilera Club Milano A, giunti a pari merito; in terza posizione si è classificato il MC Ticinese, seguito dal Vespa Gilera Club B.

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